E guardo il mondo da un oblò
il nuovo libro di racconti di Anna Montella
edito da Edizioni Helicon
"Ma non è finita e allora l'autrice entra in una dimensione Kafkiana nel racconto “Il sognatore” (...)"
Sulle domande fondamentali
circa
la
nostra
esistenza,
il
tempo
che
ci
circonda,
l'eterno
a
cui
tendiamo,
chi
siamo
e
che
cosa
siamo
o
non
siamo
destinati
a
fare
si
può
discutere
molto,
tacere,
ignorare
il
tutto,
oppure
scatenare
la
nostra
fervida
fantasia
come
accade
nella
scrittura
di
Anna
Montella
che
nel
suo
ultimo
libro
“ E
guardo
il
mondo
da
un
oblò”
crea
undici racconti
fondamentalmente
surreali
in
cui
la
dimensione
onirica
è
protagonista.
Veramente
efficace,
sicuro,
solido
l'impianto
narrativo
di
questa
scrittrice
che
ha
nella
sua
vena
indagatrice
e
nella
sua
complessità
intellettuale
le
armi
migliori.
A questo si aggiungano altre sue
preziose
qualità
come il
gusto
dell'ironia,
il
tono
provocatorio,
la
capacità
di
accesso
alle
situazioni
paradossali
e
inquietanti
delle
mente
e
del
corpo.
Con tutti questi ingredienti
attitudinali
riesce
con
sicurezza
e
padronanza
linguistica
ad
entrare
nella
profondità
dei
grandi
temi
vitali
e
a
dominare
le
situazioni
più
complesse
senza
mai
giungere
a
drammi
o
rotture
insanabili,
ma
innestando
nel
culmine
dell'inquietudine una
dimensione
sognante
e
surreale
in
cui
cullarsi
e
riflettere.
Dimensione
alleggerita
e
allietata
da
una
continua,
strisciante
colonna
sonora
relativa agli anni
più
belli
e mitici della
canzone
italiana,
ad
iniziare
dal
titolo
del
libro,
che
avvolge
la
scrittura.
Insomma se ne ricava un suo mondo interiore
estremamente
articolato
e
complesso,
sostenuto
da
una
convinzione
di
rottura
verso
le
formalità,
le
frasi
fatte,
la
routine
della
mente
ma
che
invece
specula
e
investe
su
una
fantasiosa
e
preziosa
indagine
circa un
extra-
mondo
sotterraneo
quale
verità,
realtà
alternativa
che
rompa
schemi
e
sicurezze
e
metta
in
discussione
il
destino
e
le
umane capacità
di
influire
su
di
esso.
Un'opera la sua, davvero interessante
e
piacevole
che
si
legge
tutta
d'un
fiato
e
che
invita
ad
arrivare
in
fondo,
ognuno
di
noi,
ad
un
proprio
personale
accesso
alla
realtà
dell'esistenza
o
alla
sua
dimensione
onirica,
in
quanto
ciascuno ha
convinzioni
diverse
e
quindi
la
visione della
vita
non
può
essere
ridotta
ad
uno
schema
unico
e
generalizzato.
In questo contesto riemerge l'annosa questione
della
dimensione
del
tempo,
cosa
sia o non sia e se veramente ci condiziona o meno nel racconto “Serenè”
e
ancora
la
ricerca
personale
e
infinita
sulla
cosiddetta”
reincarnazione”
nel
racconto
“Il senso”.
E prosegue marcando la tematica sui “limiti- non limiti” delle ricerche scientifiche e sui conflitti che essa innesta sulle coscienze, nel racconto “In principio fu Dolly”.
Si riapre dunque il millenario
scontro
tra
scienza
e
coscienza
fino
a
dilatarsi
nella
inquietudine.
Ma non è finita e allora l'autrice entra in una dimensione Kafkiana nel racconto “Il sognatore”
narrando
un
mondo
di
uomini-microbi
che
non
possono
di
certo
attirare
il
divino
o
la
soglia
celeste
del
cielo.
Insomma tanti racconti in cui emerge la voglia di Anna Montella di interrogarsi
sul
senso
della
vita,
sulla
gioia
e
sulla
sofferenza
umana
,
di
conoscere
se
il
cielo
ci
soccorre
e
ci
vuole
felici
o
meno,
se
abbiamo
una
esistenza
in
cui
è
fondamentale
la
nostra
scelta
di
accesso
al
destino
o
se
invece
tutto
quanto
per
noi è
stato
già
stabilito
e
preordinato
e
poi
quale
è
in
definitiva
il
rapporto
tra
la
vita
e
la
morte.
Devo dire che ho molto gradito la lettura di questo libro dove si fondono umorismo,
arguzia,
sarcasmo,
picchi di profonda inquietudine, ardite
fantasie,
azzardi
filosofici,
trovate
e
sorprese
ad
effetto.
E allora perché guardare il mondo da un oblò?
Forse per
una
questione
di
protezione
dalla
mala
sorte;
e
se
invece
questa
situazione
visiva
ci
limita
nel
recepire
le
bellezze
della
vita?
Il dubbio resta, la vita è mistero in quanto incomprensibile e inspiegabile.
Rimane invece certa la bella scrittura
di
Anna
Montella
veloce,
abile,
pienamente
godibile
e
appassionante.
Carmelo Consoli, 31 agosto 2016
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