Il Commento di Carmelo Consoli

E guardo il mondo da un oblò
il nuovo libro di racconti di Anna Montella
edito da Edizioni Helicon

Commento critico a cura di Carmelo Consoli
Presidente La Camerata dei Poeti di Firenze
Fonte: Il Profumo della dolce vita magazine

"Ma non è finita e allora l'autrice entra in una dimensione Kafkiana nel racconto “Il sognatore” (...)

Sulle domande fondamentali circa la nostra esistenza, il tempo che ci circonda, l'eterno a cui tendiamo, chi siamo e che cosa siamo o non siamo destinati a fare si può discutere molto, tacere, ignorare il tutto, oppure scatenare la nostra fervida fantasia come accade nella scrittura di Anna Montella che nel suo ultimo libro “ E guardo il mondo da un oblò” crea undici racconti fondamentalmente surreali in cui la dimensione onirica è protagonista.
Veramente efficace, sicuro, solido l'impianto narrativo di questa scrittrice che ha nella sua vena indagatrice e nella sua complessità intellettuale le armi migliori.
A questo si aggiungano altre sue  preziose qualità come  il gusto dell'ironia, il tono provocatorio, la capacità di accesso alle situazioni paradossali e inquietanti delle mente e del corpo.
Con tutti questi ingredienti attitudinali riesce con sicurezza e padronanza linguistica ad entrare nella profondità dei grandi temi vitali e a dominare le situazioni più complesse senza mai giungere a drammi o rotture insanabili, ma innestando nel culmine dell'inquietudine  una dimensione sognante e surreale in cui cullarsi e riflettere.
Dimensione alleggerita e allietata da una continua, strisciante colonna sonora relativa agli anni più belli e mitici della canzone italiana, ad iniziare dal titolo del libro, che avvolge la scrittura.
Insomma se ne ricava un suo mondo interiore estremamente articolato e complesso, sostenuto da una convinzione di rottura verso le formalità, le frasi fatte, la routine della mente ma che invece specula e investe su una fantasiosa e preziosa indagine circa un extra- mondo sotterraneo quale verità, realtà alternativa che rompa schemi e sicurezze e metta in discussione il destino e le umane capacità di influire su di esso.
Un'opera la sua, davvero interessante e piacevole che si legge tutta d'un fiato e che invita ad arrivare in fondo, ognuno di noi, ad un proprio personale accesso alla realtà dell'esistenza o alla sua dimensione onirica, in quanto ciascuno ha convinzioni diverse e quindi la visione della vita non può essere ridotta ad uno schema unico e generalizzato.
In questo contesto riemerge l'annosa questione della dimensione del tempo, cosa sia  o non sia e se veramente ci condiziona o meno nel racconto “Serenè” e ancora la ricerca personale e infinita sulla cosiddetta” reincarnazione” nel racconto “Il senso”.
E prosegue marcando la tematica sui “limiti- non limiti” delle ricerche scientifiche e sui conflitti che essa innesta sulle coscienze, nel racconto “In principio fu Dolly”.
Si riapre dunque il millenario scontro tra scienza e coscienza fino a dilatarsi nella inquietudine.
Ma non è finita e allora l'autrice entra in una dimensione Kafkiana nel racconto “Il sognatore” narrando un mondo di uomini-microbi che non possono di certo attirare il divino o la soglia celeste del cielo.
Insomma tanti racconti in cui emerge la voglia di Anna Montella di interrogarsi sul senso della vita, sulla gioia e sulla sofferenza umana , di conoscere se il cielo ci soccorre e ci vuole felici o meno, se abbiamo una esistenza in cui è fondamentale la nostra scelta di accesso al destino o se invece tutto quanto per noi  è stato già stabilito e preordinato e poi quale è in definitiva il rapporto tra la vita e la morte.
Devo dire che ho molto gradito la lettura di questo libro dove si fondono umorismo, arguzia, sarcasmo, picchi di profonda inquietudine, ardite fantasie, azzardi filosofici, trovate e sorprese ad effetto.
E allora perché guardare il mondo da un oblò?  Forse per una questione di protezione dalla mala sorte; e se invece questa situazione visiva ci limita nel recepire le bellezze della vita?
Il dubbio resta, la vita è mistero in quanto incomprensibile e inspiegabile.
Rimane invece certa la bella scrittura di Anna Montella veloce, abile, pienamente godibile e appassionante.

Carmelo Consoli, 31 agosto 2016



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